Editoriale | Maggio 2021

Alcuni lettori ci chiedono di parlare chiaro, un po’ come si fa sui social. Quindi ci proviamo in poche righe, appena più di un tweet. Il mondo mercificato e a senso unico che abbiamo creato privilegia pochi e penalizza molti

Diciamo mercificato, non globalizzato, perché se la globalizzazione appianasse le diseguaglianze non avrebbe niente di sbagliato. 

Diciamo a senso unico, non interdipendente, perché la finanza è strategicamente progettata per estrarre valore e accumulare ricchezza per chi già ce l’ha. 

Diciamo abbiamo creato, non ci hanno imposto, perché ognuno di noi accettando lo stile di vita che ci contraddistingue ha in qualche misura consentito che questo meccanismo si compisse. 

In altre parole, ci accorgiamo di queste storture ma abbozziamo perché siamo fra i privilegiati, oltre che anzianotti, un po’ pigri e bravissimi ad accampare scuse

Ai penalizzati invece proiettiamo l’illusione di poter un giorno partecipare alla ricchezza, magari migrando, cosicché allontaniamo il punto di rottura che in passato si è materializzato in eventi tragici. 

E’ giusto chiedere a governi ed organizzazioni multilaterali di appianare le diseguaglianze, di tassare i guadagni spropositati e di redistribuirne il valore, ma non ci conterei troppo almeno nel breve periodo. 

Nel frattempo ti proponiamo un piccolo antidoto al senso di impotenza, si chiama C2C – Community to Community e consiste nella creazione di reti relazionali e intenzionali fra comunità privilegiate e comunità penalizzate dai meccanismi economiciglocali. 

Un esempio è la start-up Mobique, creata dalla nostra C2C Italia- Senegal e che fa perno sul progetto di vita del nostro amico e associato Macoumba Thiam. 

Leggi di più sulla storia di Macoumba e di Mobique, seguila sui social e sostienila attraverso la campagna di crowdfunding.

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